giovedì 19 marzo 2015

Fashion week but not very chic





Dal 3 all’11 marzo si è tenuta a Parigi la “Settimana della moda”. L’evento – che ha cadenza semestrale – è senza dubbio importante, specie per gli addetti ai lavori. Fa parte delle tante manifestazioni che contribuiscono a tenere in vita un settore produttivo e commerciale che, a prescindere da considerazioni d'altra natura, alimenta un giro d’affari rilevante e dà lavoro, a tanti i livelli, a tante persone.

Però, l’esperienza casuale e fugace che ne ho avuto quest’anno mi ha lasciato un’impressione di fastidio, di tristezza quasi. 
L’11 marzo, nel pomeriggio, mi sono trovata a place d’Iéna, nel XVI arrondissement. Emersa dal métro, ho avuto la visione un po’ surreale di un’invasione di grosse, opulente e ingomabranti auto nere. Ovunque. Ce n’erano ovunque. Si stentava ad attraversare la strada, i marciapiedi erano assediati. I pedoni frastornati. I vetri scuri conferivano ai mezzi quell’aria misteriosa – e insieme un po’ pretenziosa – che gli occhiali da sole incollano a certi volti. Ma le insegne sulle auto davano loro un aspetto un po’ cheap. Sembrava un’invasione, un’occupazione, un’intrusione di prepotenza. Per niente elegante, questo è certo.
Sono scappata via. Mi sono ritirata in fretta, e con sollievo, nell'edificio in cui mi dovevo recare. Non ho avuto nessuna curiosità di vedere cosa avesse provocato quella mobilitazione. Nessuna. Proprio nessuna.
(Di P.)

martedì 17 marzo 2015

Un segno (bello)

A Parigi, sulle facciate de l'Hôtel de Ville (foto scattate qualche giono fa). La capitale francese rivendica in questo modo il suo diritto alla libertà d'espressione.












domenica 15 marzo 2015

Un fiore che fa già primavera




L'ho trovato in uno spazio espositivo nel Marais, un po' nascosto (vi si accede per una porticina che è in un vicolo cieco ovvero l'Impasse des Arbalétriers, che si apre al numero 36 della rue des Francs-Bourgeois). Anche il nome è suggestivo: la Boutique ephémère du Marais.
Effimero e segreto, dunque, questo luogo accoglie diversi stilisti che si avvicendano con le loro creazioni d'abbigliamento, accessori e gioielli. Gli stilisti cambiano, ma in generale vi si trovano indumenti ed oggetti in serie limitate o anche pezzi unici, un po' eccentrici, caratterizzati dalla mescolanza di tessuti e fantasie per gli abiti, con una certa tendenza all'assimetria e (un po' troppi) materiali sintetici (per i miei gusti). Perciò questo cappello - il modello si chiama Charleston - rappresentava, in quel contesto, una specie d'eccezione. E anche rispetto agli altri copricapi e accessori della firma, Mino Delavictoire (chapeaux, ma anche bijoux de tête!), di cui potete vedere qualche campione sul rispettivo (piccolo) sito.
 

In vero feltro, era declinato im molti colori (compresi i sempre attraenti rosso e nero), alcuni morbidi e pastello, mentre ce n'erano degli altri tendenti addirittura al flou (era interessante il contrasto della tonalità sgargiante con il modello d'altri tempi). Mi hanno consigliato una tinta che richiamasse quella dei miei occhi, perciò ho escluso subito il rosso, il giallo e l'arancione. Ed ecco il risultato!


Si tratta del genere di copricapo che non sta con tutto, ma che si può portare in tutte le situazioni. Devo dire che lo trovo originale, nonostante il modello tradizionale e il colore non flou. Non so a voi, ma a me sembra anche molto elegante.

(Di P.)